giovedì 6 gennaio 2011

Causa vera della degenerazione sono gli uomini, non gli schemi politici

Di Maurizio Viroli - www.laterza.it

Il sistema rappresentativo – parlamentare, ci hanno insegnato i suoi sostenitori, è preferibile alla democrazia diretta, ai sistemi monocratici (monarchie, principati, imperi, regimi totalitari), e alle oligarchie perché è più atto a produrre buone deliberazioni, vale a dire decisioni sovrane che sostengono l'interesse generale anziché quello del demos, di uno o di pochi.

Questo è vero se la maggioranza dell'assemblea rappresentativa è composta da persone che, pur non essendo sante, non si sono abbassate al rango di servi. In caso contrario il sistema rappresentativo parlamentare non è migliore del governo monocratico o oligarchico. Anzi, rispetto a una monarchia ha lo svantaggio, come osservava il cinico Hobbes, di essere più costoso per i poveri sudditi: il monarca ha bisogno di corrompere un numero tutto sommato tollerabile di favoriti; ogni parlamentare ha bisogno di corrompere con svariati favori un numero assai elevato di elettori e sostenitori. Un Cesare vero e proprio, come osserva Luciano Canfora, diventa allora una possibilità concreta e ragionevole. Non sarebbe neppure la prima volta. L'affermazione del regime di Mussolini fu resa possibile, è noto, da una lunga degenerazione del sistema rappresentativo-parlamentare.

Con la pratica dell'acquisto dei parlamentari al fine di rafforzare la propria maggioranza, il presidente del Consiglio si è del resto già posto fuori e contro la Costituzione. Lui, e non i parlamentari che sono usciti dalla maggioranza, si è reso colpevole di tradimento. La Costituzione afferma infatti a chiare lettere che i parlamentari rappresentano la nazione senza vincolo di mandato. Che cos'è il cambiare casacca in cambio di qualche beneficio se non accettare un mandato implicito ma imperativo più di qualsiasi ordine?

Non credo tuttavia che la causa del male sia il fatto che ha preso piede nella società politico-giornalistica il mito del bipolarismo. L'infatuazione per il bipolarismo è a mio giudizio il frutto di un deprecabile provincialismo ('facciamo anche noi come gli altri') o il furbesco tentativo di legittimare il potere enorme di Berlusconi ('è pessimo, ma almeno è un polo; l'altro verrà e saremo a posto'). Essa dimostra inoltre una superficiale conoscenza della storia e della società italiane, da sempre caratterizzate dalla presenza di una varietà di forze politiche e culturali che non possono essere racchiuse entro uno schema politico bipolare. Per giungere al bipolarismo sono state messe ai margini importanti tradizioni politiche, mentre altre sono state diluite al punto da diventare irriconoscibili; con la conseguenza che chi credeva in quelle idee si è allontanato dalla politica lasciando campo aperto a chi persegue soltanto il proprio interesse ed è quindi disposto a vendersi.

Ma causa vera della degenerazione sono gli uomini, non gli schemi politici. Scriveva Bagehot che "gli uomini del Massachusetts potrebbero far funzionare qualsiasi Costituzione". L'attuale classe politica italiana farebbe funzionare male anche il miglior sistema politico e la migliore Costituzione quale è appunto la nostra. Se poi ad una scadente classe politica aggiungiamo la presenza di un uomo che detiene un potere enorme e i molti pronti a vendersi nella generale indifferenza o acquiescenza, il futuro del sistema rappresentativo è irrimediabilmente compromesso.

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