Approfitto di un volo Trapani-Pisa per scrivere di getto due righe di riflessioni sul congresso PD appena terminato. Pur ignorando con precisione i risultati finali e definitivi, ho comunque appreso che il congresso è stato vinto da Marco Niccolai con circa il 57% dei voti validi: certo, non si tratta di percentuali bulgare, ma comunque Marco ha la maggioranza dei voti in assemblea e se, come spero, riuscirà a mettere in campo un'azione incisiva e condivisa, chissà che non riesca ad ottenere una maggioranza fattuale maggiore di quella formale. Resta ovviamente l'incognita del gruppo della lista impropriamente detta Bersani che, bacchettati ulteriormente dalla revoca del nome direttamente dal segretario nazionale, potrebbero trovarsi disorientati in un gruppo (quello promotore della candidatura Niccolai) al quale non meno di qualche mese fa avevano giurato guerra eterna. Ma niente può esser dato per scontato: del resto, anche Fini nel 1996 disse che non avrebbe mai preso nemmeno un caffè con Bossi (poi hanno governato a braccetto per 5 anni...), e lo stesso Bossi qualche lustro fa dava del mafioso all'amico Silvio.
Resta da capire cosa farà il gruppo che ha sostenuto Simona Laing (che, a scanso di equivoci, ho votato, pur non presentandomi in lista per motivi squisitamente politici). La mia speranza è che non si costituiscano in gruppo in assemblea, e che al tempo stesso non cerchino ad ogni piè sospinto di far cadere il segretario; il quale, a mio modesto avviso, dovrebbe inserire nella sua segreteria un paio di persone dell'area che lo ha avversato al congresso, perché ci sono alcune personalità assai valide che vanno messe alla prova. Ma qui entrano in gioco equilibri e trattative che non mi competono, e che quindi lascio a chi di dovere, nella speranza comunque che vengano accolte.
Adesso il congresso è finito, per fortuna. È stato un congresso assai duro, pieno di colpi di scena, trabocchetti e trappole più o meno bene tese. Ed è stato anche un congresso che ha vissuto momenti di alta tensione, primo su tutti quello indecente di Pescia dove la candidata alla segreteria provinciale Simona Laing è stata accolta da male parole ed insultata: dobbiamo fare estrema attenzione ad episodi come questo, che denotano un clima che non mi piace per niente e che è figlio delle divisioni e delle personalizzazioni che da anni caratterizzano il nostro partito locale. E che ci espone all'esterno con figure di merda che non ci convengono.
Ora è il momento di tornare a lavorare, di tornare a fare politica, è tempo di riscoprire il piacere di fare politica tra la gente e per la gente, con la speranza che la partita del comune di Pistoia non catalizzi l'agenda politica provinciale e non sprofondi nuovamente il partito nel baratro delle liti interne dettate dall'ambizione e dall'arrivismo di alcuni. Ma forse questa è solo un'illusione, un sogno dal quale mi risveglierò (ahimè, ancora una volta) tutto sudato.
PS: mi scuso con i lettori più sensibili se ho chiamato "congresso" un comitato elettorale dove chi ne aveva diritto si è recato a votare in base a quanto consigliato dal caporione di riferimento, senza un minimo di argomentazione politica, ma il regolamento ci ha imposto di chiamarlo così.
- Si avvisano i lettori che per scrivere ste robe ho addirittura consumato la batteria del mio iPad.
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