MONSUMMANO. Non è un semplice bando di solidarietà quello pubblicato dal comune e aperto a ricevere le domande di contributo da oggi (18 agosto) al 16 settembre prossimo. Perché se la finalità è intuibile, fronteggiare i rischi che derivano dalle nuove forme di povertà e vulnerabilità sociale, causate anche dalla perdurante crisi economica, sono i requisiti e le intenzioni che cambiano.
Se per bando sociale intendiamo un fondo da cui le famiglie bisognose (sotto dichiarazioni di reddito veritiere) attingono denari per alleviare la propria situazione, quello di Monsummano offre alcuni spunti in più. Per cominciare, come lo chiama l’assessore al sociale Luca Buccellato, «dall’impegno richiesto ai beneficiari. Quest’anno chiediamo conto alle famiglie di come spendono il nostro contributo». E non era mai successo, almeno dal 2009, il primo anno in cui la vecchia giunta Calvetti aveva proposto un simile provvedimento. «Grazie all’esperienza che abbiamo accumulato, ci siamo convinti di dover cambiare alcuni punti dei vecchi bandi», dice Buccellato. E allora al via un «piano di sostegno al reddito per cittadini e famiglie», un «progetto mirato alla soluzione, almeno parziale, di un problema economico». Tre le fasi: presentazione del reddito annuo lordo (o del Cud), non più, quindi, della dichiarazione Isee e formazione della graduatoria; colloquio individuale da tenere con i primi 20-25 in graduatoria e valutazione finale dopo il parere di una commissione comunale apposita integrata da alcuni assistenti sociali. Terminato l’iter, i beneficiari avranno il loro contributo, fino a 500 euro, della durata massima di tre mesi (le somme a disposizione sono pari a 30mila euro). Ne verrà fuori una sorta di contratto sociale capace di erogare misure di sostegno al reddito che vadano realmente ad aiutare i nuclei familiari in seria difficoltà economica. Una scure contro i furbetti che, contando nel comune come soggetto non troppo avvezzo a ricerche approfondite, si accaparravano contributi non proprio necessari al proprio sostentamento. E c’è dell’altro: i furbetti che si ripresenteranno, verranno subito segnalati all’Agenzia delle Entrate. Piccolo (e nuovo) deterrente all’evasione fiscale (e ai falsi bisogni). Così, una volta erogati i soldi, le famiglie avranno l’obbligo di rendicontare le spese sostenute, pena lo stralcio del contratto sociale e la fine dei contributi. Poi i parametri e i punti assegnati: la priorità a scuola (spese legate al conseguimento di titoli di studio), casa (morosità nel pagamento di almeno due rate del mutuo della prima casa) e lavoro (unico occupato della famiglia senza lavoro, e senza ammortizzatori sociali, dal 1º gennaio 2011). Un bando contro la crisi. (Articolo di Luca Signorini).
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