Caro Segretario,
le scrivo dal cuore della regione più “rossa” d’Italia. Il centrosinistra qui ancora vince ma inizia ad essere in difficoltà. Nelle scuole ho constatato con sgomento il fastidio con il quale i giovani guardano alla povertà. Il povero non ispira più quel sentimento di compassione che spesso ha animato l’uomo davanti alle sventure di un suo simile; ora la povertà ispira fastidio, a volte disprezzo. Questo sentimento è il perno dell’attuale successo della Lega tra i giovani. Il problema non sono solo gli immigrati ma chiunque si dimostri un po’ meno “luccicante” di loro. La scuola non riesce ad arginare questa ondata di disprezzo perché non è attrezzata per contrastare il messaggio di agenzie educative molto più aggressive. La scuola ha bisogno di essere riorganizzata permettendo ai ragazzi di passarvi la maggioranza del loro tempo. Questa è una sfida che noi, prima o poi, dovremo deciderci a raccogliere perché solo allora la Lega avrà davvero vita dura. Il clima di paura colpisce soprattutto le donne, vogliono persuaderci che il mondo è troppo pericoloso per noi. La paura costringe a chiudersi in casa, ad uscire solo se accompagnate da qualcuno, uomo ovviamente. Al centrosinistra serve il cuore per appassionare i giovani, il coraggio di aprirsi alla conoscenza di nuovi modelli di sviluppo e di diversi stili di vita, la coerenza di interpretarli con scelte e comportamenti personali.
Quella stessa coerenza per la quale il mio bisnonno non andava in paese la domenica per non dover indossare la camicia nera, mio nonno partigiano ha combattuto in montagna e per la quale io scelgo, nel mio piccolo, di arrivare sempre in sezione in bicicletta.
(Lettera di Cecilia Alessandrini, giovani iscritta PD, pubblicata oggi su L'Unità.)
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