mercoledì 31 marzo 2010

Aventiniani del discount

Ieri sera durante la seduta del consiglio comunale è successo l’inimmaginabile. O quasi. L’opposizione di destra, subito dopo i convenevoli iniziali, ha iniziato una manfrina incomprensibile, abbandonando infine l’aula, perché due atti inseriti all’ordine del giorno della seduta non erano stati portati in commissione consiliare per il parere preventivo. I due atti incriminati non rientravano tra quelli che, ex art. 20 del regolamento di funzionamento del consiglio comunale, devono obbligatoriamente ricevere il parere della competente commissione consiliare prima di andare in consiglio comunale. Ma, secondo loro, ciò aveva creato un irrimediabile vulnus nelle loro prerogative di consiglieri comunali, ed hanno cercato di addossare la colpa alla maggioranza o, per essere più precisi, alla giunta. I nostri aventiniani del discount avrebbero potuto tranquillamente far convocare le commissioni, se lo avessero ritenuto opportuno, perché è sufficiente la richiesta proveniente da due consiglieri comunali. Avrebbero avuto dunque modo e tempo di fare le convocazioni. Il sospetto è che invece le insanabili divisioni al loro interno (tra i due gruppi e all’interno del gruppo del PdL) siano talmente marcate che qualcuno ha preferito appellarsi a fantomatiche violazioni delle regole piuttosto che scendere nel merito di un confronto in cui avrebbero dovuto, stavolta più che mai, arrampicarsi sugli specchi senza riuscire ad evitare la solita ed ineludibile brutta figura.

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